Ci siamo. Non è uno scherzo. Dal 1 aprile 2008 anche Elia Mannucci si è guadagnato l'appellativo di "blogger": suona come una brutta parola in Italiano, ma sembra ormai questo il termine entrato nella nostra lingua per identificare "colui che gestisce un blog". L'emozione c'è, non lo nego, nonostante un addetto ai lavori in teoria potrebbe risultare piuttosto assuefatto alle nuove forme di comunicazione. Ma è sempre una prima volta, e che diamine! La necessità di aprire un mio blog nasce dalla volontà di comunicare al mondo che esisto: chi sono, cosa faccio e come la penso. Potevo farne a meno, è vero, ma perché rinunciarci, visto che di blog gestiti da pazzi psicolabili è pieno il mondo, uno più, uno meno non farà poi così tanta differenza. Poi perché le tecniche e le tecnologie di comunicazione sono in continuo mutamento e noi non possiamo governarne le logiche, possiamo solo scegliere in ogni momento quelle che riteniamo più adatte alle nostre specifiche finalità e decidere o meno di utilizzarle. Era da circa 2 anni che meditavo di creare un mio spazio sulla rete, ma avevo sempre rimandato perché credo che se e quando si decide di rendersi visibili al mondo, bisogna avere almeno qualcosa di interessante da dire. "Le parole se le porta via il vento, lo scritto nun se lo porta nisciun'" recitava la canzone di un vecchio amico di nome Giovanni, ecco perché non basta avere qualcosa da dire, bisogna metterlo per iscritto e dargli una forma, se non vogliamo che i nostri pensieri ...se li porti via il vento. Ormai credo di essere pronto per condividere con altri alcune delle conoscenze che ho acquisito nel corso del tempo, reminiscenze di studi universitari, esperienze, passioni. Quello che mi definisce e mi identifica per quello che sono, i miei sogni e le mie idee, sperando di non tediare o irritare mai in alcun modo la sensibilità di nessun lettore, ma anzi di fornirgli, se posso, qualche informazione che lo aiuti a prendere delle decisioni. Ecco, questo è quanto. Buona navigazione a tutti. HOMEPAGE